Penso spesso che ci sono alcune persone che meritano davvero di essere almeno conosciute, e che in comune hanno la maniera notevole e rara in cui hanno guardato a qualcosa che prima non esisteva, come fosse uno sguardo molto più elevato sopra le colline, tanto da vedere l’alba successiva, sul paese al di là di esse. Il primo che mi viene ora in mente, inaugurando questo piccolo florilegio di umanità, è Karl Schulmeister. Professione: spia. (continua qui)
Il termine che ho scelto per l'argomento proposto con il sondaggio (lecchini) è certamente eccessivo, e diciamolo, anche un po' volgare, ma non ho esitato ad usarlo perché era esattamente quello che avevo pensato quando mi sono trovato di fronte a queste tre lastre. Ricordo di averci messo anche un punto esclamativo. Diciamo allora che è una... licenza impoetica.
Circa un anno fa, scrissi questo articolo suLa Voce del Quartieresulla Stazione Neapolis, il luogo dove si raccolgono alcuni degli oltre tre milioni di reperti rinvenuti grazie agli scavi per la costruzione della linea 1 della Metropolitana.
Nella seconda sala, ci sono i reperti di quello che fu un tempio romano della prima metà del I sec. d. C. rinvenuto sotto l'attuale piazza Nicola Amore, che in futuro sarà, per quanto possibile, "inglobato" nella stazione "Duomo" (entreremo nei vagoni attraversandolo...). (continua qui)
Altri due mattoncini: nella colonna di sinistra (finchè non riuscirò a mettere qualcosa anche a destra...) troverete un feed, ovvero un modo per iscriversi alla ricezione automatica di post e/o commenti, che verranno recapitati nella vostra mail appena pubblicati qui, ed un link fotografico all'anteprima di Sensi Unici, conosciuto finora soprattutto in Campania attraverso la distribuzione delle librerie Guida, ed ora purtroppo esaurito, diciamo pure in cerca di ripubblicazione. Grazie a questa scelta di Google Libri (non richiesta da me, e di cui nemmeno ero mai stato messo a conoscenza), mi è giunta sinora la più incredibile soddisfazione legata al libro, ed una di quelle che non si dimenticano per una vita: vale davvero un ricordo da lasciare.
Un gentilissimo professore della Facoltà di Lingue e lettere Straniere dell'Università di Verona, Claudio Viola, del Dipartimento di Romanistica, durante una sua ricerca per la cura dell'edizione di aggiornamento del GRANDE DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIANAfondato da Salvatore Battaglia (editore UTET), una vera leggenda nel settore, qualche mese fa si imbatte nella pagina numero 91 del mio libro, proprio attraverso questa pubblicazione di Google libri che nemmeno sapevo esistesse. Bontà sua, si interessa all'uso di un mio termine ed alla correlazione con l'uso che ne ha fatto un altro autore, cui non potrei accostarmi nemmeno col pensiero, poichè porta il nome nientemeno che di Guido Ceronetti... insomma, la storia ha un lieto fine tale da far venire i brividi: la mia frase (Il comico era nato senza progetti e schemi di riferimento, apatride la cui patria è sempre altrove su questa terra), ovvero quella che conteneva il termine oggetto della ricerca (apatride), è finita nel lemmario dell'edizione di aggiornamento (Addizioni al Battaglia), sarà parte della prossima edizione aggiornata del Dizionario, e così il mio nome ora confina con quello di Ceronetti. Non ricordo quanto sia durata l'emozione, e non lo ricordo perchè è ancora la stessa, e lo rimarrà sempre.
Risultato del primo mini-sondaggio per scegliere il prossimo argomento: i numeri parlano sempre un linguaggio soggetto ad interpretazioni, ma il risultato d'impatto è molto chiaro:
il Conte Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff: 51 voti (37%) le Olimpiadi dei lecchini: 52 voti (38%) Perseo e Mercurio: 20 voti (14%) un Violoncello del 1710: 19 voti (14%)
Nel dolermi soprattutto per Perseo e per Mercurio... (continua qui)
Stasera mi è venuta un'idea che ho trovato particolarmente di-vertente, laddove, come al solito, mi scopro ad usare questo termine, "divertente", nel suo senso antico e latino di volgere altrove, di guardare in altra direzione, di allontanarsi: distogliere dai pensieri che sembrano fluire continui e quotidiani, quindi, e trovarci una direzione altra, che nel piccolo di questa idea significa che anzichè fermarmi a scegliere un soggetto su cui dire qualcosa che trovo interessante, vorrei inaugurare l'esperimento di chiedere a voi quale potrebbe essere l'argomento di cui parlare... a me ha di-vertito molto questa idea, anche se tecnicamente non saprei come risolverla all'interno di uno spazio come questo, date le mie scarse conoscenze di linguaggi informatici, e così comincio col proporre un sondaggio, qui a lato a sinistra, proponendo 4 possibili sviluppi di conversazioni che mi vengono in mente in questo momento. Una settimana di tempo, e se la fortuna mi assiste con qualche voto, sapremo quale sarà il primo argomento scelto così. Nel frattempo non credo mi fermerò, ma intanto votate...
...ehm, a proposito: l'etimologia che ho citato sopra, oggi legata soltanto al comune senso del divertimento, è la stessa di divorzio...
Ci sono occasioni in cui abbiamo il mondo sotto casa, ed invece percorriamo migliaia di chilometri per guardarlo: spero siano poche, ma una di queste vorrei raccontarla.
Avevo in mente da quasi un anno un quadro di Diego Velázquez, Las Meninas, che è forse uno dei quadri più celebri e studiati degli ultimi due secoli, e precisamente dal 1865, data in cui Édouard Manet visitò Madrid e lo vide al Prado, dopo che solo da pochi anni era stato esposto, chiuso com’era stato, dal 1656 al 1819, nelle stanze dei palazzi reali spagnoli. (continua qui)
Dal 28 settembre al 1 ottobre abbiamo ricordato le quattro giornate di Napoli, un momento della storia del secondo conflitto mondiale non ricompreso nel contenitore generale delle "resistenze" e delle "insurrezioni" classiche, quelle del 1945 per intenderci, delle battaglie finali di Genova, Milano, Torino, Venezia, Padova, Trieste, e dell’esplosione popolare dell’Alta Italia in concomitanza con l’offensiva della VIII e V Armata. O forse dovrei dire che le abbiamo ricordate solo qui, a Napoli, dal momento che un posto appropriato, nella storiografia, forse ancora non è stato riconosciuto loro, ed il motivo di questa mancanza mi sembra assai interessante ed attuale da indagare.(continua qui)
Ora che è passato un po' di tempo, circa tre mesi, forse è arrivato un momento adatto per parlarne. A volte è bene attendere la sedimentazione delle cose, sia per guardare anche cosa avviene dopo, che soprattutto, penso sempre, per non innamorarsi troppo delle proprie idee, ed essere pronti a modificarle, se si riescono a vedere elementi diversi. Avevo acquistato due biglietti per il concerto concepito da Pino Daniele al San Paolo come occasione storica di riunire la Banda, come avrebbero detto Jack ed Elwood nei Blues Brothers, ed infatti proprio così l'immaginavo: Pino che passava per casa di Joe Amoruso, e mentre prendeva il caffè, aveva l'illuminazione di riunire la Banda... (continua qui)