(pubblicato su www.teatro.org)
Quando si affrontano classici come l’Amleto, si deve scegliere soprattutto fra due diverse possibilità: l’attenzione alla scrittura, oppure la visione personale che cerca di metterne in luce aspetti particolari, ed è questo il caso della convincente edizione presentata al Ridotto del Mercadante da Alfonso Benadduce.

C’è uno sguardo amletico immanente, "laterale", che pesa e conferisce ad ogni circostanza una luce impalpabile ma estremamente forte, e più ancora c’è la sublimazione di tutti gli elementi-chiave dei personaggi di Shakespeare, con Ofelia che si riduce spesso ad un corpo fluttuante ed il Re Claudio che non dicendo una sola parola esterna una rabbia simbolicamente efficacissima; per non dimenticare le interpretazioni psicanalitiche andate di moda per decenni sul suo complesso d’Edipo, inoltre, la madre Gertrude lo bacia in bocca platealmente, e così via, riempiendo di senso quello sguardo laterale racchiuso nella sua citazione "Il sole, se accarezza un cane morto, genera vermi".
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