Tutti conoscono l'argomento. Potrebbe perfino essere uno dei pochi su cui ognuno ha la sua personale spiegazione, pronta da tirare fuori e da illustrare a chiunque, con grande convinzione e personali esperienze che sicuramente la confermeranno insindacabilmente, tanto che viene la voglia di non commentarla nemmeno, l'ultima notizia, ma di aggiungerla soltanto sullo scaffale, accanto alle altre, anche se con un posto preciso ed anch'esso indiscutibile, come indiscutibile è il punto di vista di chi apre un giocattolo anziché giocarci, ed osserva i meccanismi che lo azionano dall'interno, come era abituato anche a fare sempre il bambino che ero.
Nel Journal of Sexual Medicine, di recente è stato pubblicato uno studio dell'università di Syracuse secondo cui, per innamorarsi, è necessario e sufficiente un quinto di secondo, durante il quale 12 aree cerebrali rilasciano contemporaneamente sostanze chimiche come la dopamina, l'ossitocina e l'adrenalina, coinvolgono funzioni cognitive molto sofisticate e provocano, detto in breve, lo stesso sentimento di euforia di quando si assume la cocaina.
Anche i livelli di sangue del fattore di crescita nervoso, detto NGF, aumentano e rimangono più elevati nelle persone che si sono appena innamorate, e nella chimica sociale degli esseri umani funzionano anche al contrario, ovvero, in presenza di problemi in amore, sono causa di stress emotivo e depressione.
Aperto il giocattolo, abbiamo sempre diverse strade fra cui scegliere. Richiuderlo subito, dimenticarsene e lasciare che la propria spiegazione resti al posto d'onore sullo scaffale, per ripeterla alla prima occasione in cui cercare di convincere qualcuno; metterlo al servizio delle noste idee, inglobandone o interpretandone la parte che potrebbe consentire una loro convinta conferma; rimanerci un po' male e rifiutarsi di accettare il pensiero che la chimica regoli in modi così precisi ciò che da mondo è mondo è stato rivestito di significati che vanno dall'ultraterreno al pathos di ogni ordine e grado; associarlo ad altre conoscenze scientifiche e tentare una mediazione culturale fra la sfera razionale e quella emotiva; fermarsi a pensare.
So che è provocatorio sottoporvi una lista articolata in questo modo, in effetti vuole esserlo.
Ad esempio, potrebbe suggerire che magari non c'è bisogno sempre di un fattore imponderabile, astratto ed immaginifico, rivestito di aura magica, per conferire valore straordinario a quella cosa che chiamiamo amore: a chi cerca necessariamente questi Segni per convincersi che nessuna spiegazione razionale è possibile, chiederei se la poesia di una reazione chimica è davvero meno incantevole di una sensazione che chiamiamo in vari ed imprecisi modi, esaltandone anzi l'inconoscibilità e travestendola di impulsività o istintualità, soltanto perchè sconosciuta... sarebbe come dire che l'ignoranza merita più considerazione della consapevolezza... e poi, voglio essere rigoroso, andrebbe sempre verificato cosa fa scatenare quella reazione, che in sè altrimenti direbbe poco: un processo cognitivo, un bisogno insoddisfatto, un istinto ancestrale, un impulso a sua volta meramente fisico o chimico, il riconoscimento di segni comunicati a livello non verbale, una memoria inconscia, o cos'altro?
E a dirla tutta, non è ancora più romantico, allora, colui che dopo aver aperto e sezionato un cosiddetto sentimento, è disposto ancora a cercarne il motore inconoscibile, ed a pensare ancora che quella scintilla, da qualche parte, deve comunque esserci?
Ad esempio, potrebbe suggerire che magari non c'è bisogno sempre di un fattore imponderabile, astratto ed immaginifico, rivestito di aura magica, per conferire valore straordinario a quella cosa che chiamiamo amore: a chi cerca necessariamente questi Segni per convincersi che nessuna spiegazione razionale è possibile, chiederei se la poesia di una reazione chimica è davvero meno incantevole di una sensazione che chiamiamo in vari ed imprecisi modi, esaltandone anzi l'inconoscibilità e travestendola di impulsività o istintualità, soltanto perchè sconosciuta... sarebbe come dire che l'ignoranza merita più considerazione della consapevolezza... e poi, voglio essere rigoroso, andrebbe sempre verificato cosa fa scatenare quella reazione, che in sè altrimenti direbbe poco: un processo cognitivo, un bisogno insoddisfatto, un istinto ancestrale, un impulso a sua volta meramente fisico o chimico, il riconoscimento di segni comunicati a livello non verbale, una memoria inconscia, o cos'altro?
E a dirla tutta, non è ancora più romantico, allora, colui che dopo aver aperto e sezionato un cosiddetto sentimento, è disposto ancora a cercarne il motore inconoscibile, ed a pensare ancora che quella scintilla, da qualche parte, deve comunque esserci?
Qualunque essa sia, è bello pensare che i giocattoli si possano aprire, smontare, sezionare e rimontare come prima, perchè in fondo li abbiamo creati noi, e se vogliamo possiamo continuare a giocarci anche se ne conosciamo il contenuto.
Se qualcuno in questo popolo non conosce l'arte d'amare, legga questo poema, e quando l'avrà letto, amerà essendo bene informato.
RispondiEliminaOVIDIO
Lol
se lo avessi letto tempo fa...
RispondiEliminaquale onore... ieri avevi il cell spento ;)
RispondiEliminaQuando viene, verrà senza avvisare,
RispondiEliminaproprio mentre mi sto grattando il naso?
Busserà la mattina alla mia porta,
o là sull’autobus mi pesterà un piede?
Arriverà come il cambiamento improvviso del tempo?
Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
Ditemi la verità, vi prego, sull’amore.
forse una risposta ce l'avrei:Einfuhlung...
RispondiEliminaQuando sei disposto a dare piu' di quanto hai perso . Quando l'amore ti cambia e non sai perchè. Quando tiri fuori il meglio di te.