
(pubblicato su www.teatro.org)
Anni di performance all'aperto, piazze del mondo da Miami a Mumbai, da Frankfurt a Dubai, e spazi dentro i quali lo sguardo si può perdere, per trovare forse anche la migliore delle dimensioni in una natura onirica che invita esplicitamente a “scollegarsi dalla realtà”: all'aperto, la realtà non ha molto bisogno di essere dimenticata, c'è il cielo, ci sono le stelle e le nuvole, c'è lo spazio, a modificare la percezione terrestre e ad integrare lo sguardo dello spettatore con gli elementi della natura.
Anni di performance all'aperto, piazze del mondo da Miami a Mumbai, da Frankfurt a Dubai, e spazi dentro i quali lo sguardo si può perdere, per trovare forse anche la migliore delle dimensioni in una natura onirica che invita esplicitamente a “scollegarsi dalla realtà”: all'aperto, la realtà non ha molto bisogno di essere dimenticata, c'è il cielo, ci sono le stelle e le nuvole, c'è lo spazio, a modificare la percezione terrestre e ad integrare lo sguardo dello spettatore con gli elementi della natura.
Ma
per disegnare intorno a tutto questo 5 pareti, nel cubo aperto da un
lato che è un palcoscenico teatrale, ci vogliono idee ed energie
speciali: i Sonics portano dunque il loro spettacolo Meraviglia a
teatro, e le immagini che riescono a creare e ad evocare affrontano
questa sfida con una esperienza ed un entusiasmo non comuni.


Il
terzo aspetto riguarda la narrazione: probabilmente lo spettatore
tradizionale del teatro parte da un'aspettativa più accentuata,
rispetto alla linea discorsiva, aspettandosi di essere guidato dalla
riconoscibilità degli eventi piuttosto che dalla sollecitazione dei
sensi, mentre in questo caso si esplica quasi esclusivamente (tranne
alcuni brevi interventi di una voce narrante fuori campo) attraverso
la coreografia, che evoca la storia di uomini “qualunque” che
seguendo la scia della Terra, si lasciano attrarre da una forza
misteriosa, e trasportare in un viaggio costellato di meraviglie.
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