Scopatori, giornalai, pizzaiuoli, acquafrescai, cantanti, innamorati, carcerati, traditi, guappi, papponi, sciantose, amanti, prostitute, cafoncelli, soldati, malafemmene e fronnalimonisti: se avessero fatto in tempo ad esistere con Viviani, non sarebbero mancati nemmeno gli scartiloffisti.
E fra dileggi, vaneggi, vanaglorie, disturbate, eroismi, campanilismi ed afflati universali, il regista costruisce un percorso che unisce alcuni dei tratti più significativi dello Stabiese, scendendo nell'essenza dei movimenti di chi a quattro anni già calcava le assi dei palcoscenici popolari indossando un frac: Raffaele Viviani è stato tagliato e cucito, prendendo soprattutto spunto dalle sue opere concepite nella maturità (in particolare dai Dieci Comandamenti), ed affondando le mani in una versione che predilige il musical agli altri possibili sbocchi.
Con questo abbrivio, le voci affidabili di Anna Spagnuolo e Patrizia Spinosi, come protagoniste particolari fra gli altri, passano attraverso le note di ben trenta fra canzoni, accompagnamenti musicali e macchiette di VIviani, fra cui non è facile scegliere cosa ricordare, e la lista del tutto personale perciò comprende almeno Bambenella, Montemurro, Madame Legery, Fore 'o vascio e 'a Rumba d'e scugnizze. Con quest'ultima, in particolare, che nasce dalla percussione inventata su una cassetta di legno. Una scelta che fa risaltare quindi l'aspetto musicale, che viene sottolineato dalla chitarra e dagli arrangiamenti di Michele Bonè, accompagnato da Giuseppe Di Colandrea al clarinetto.

Nessun commento:
Posta un commento