Un artista che ti fa commuovere con un appendiabiti, e che il giorno dopo continua a farti sentire la stessa emozione richiamando una lacrima al solo ricordo, ecco, prima ancora di farti fermare a pensare a cosa sia accaduto, appunta da sé sul petto le sue cinque stellette, già per la sola creazione di questo sentiero che sin dall'inizio sembra guardarti mentre affronti lo spettacolo con la tua mente ed il tuo bagaglio culturale, per poi decidersi a mettersi in cammino, e puntare proprio verso di te, creare quel ponte emotivo che percorre con grazia, finchè ti si ferma davanti e senza una parola, ti apre.

Gesti rarefatti che da soli valgono un movimento in slow-motion, idee stimolanti quanto divertenti come una barca fatta di un letto, un lenzuolo ed una scopa alle prese con un enorme transatlantico ed un improbabile squalo, personaggi goffi quanto delicati, gags e sketches che si inseguono, fra cui quella straordinaria dei telefoni con cui debuttò in televisione nella puntata di Capodanno 1980/1981 del Light Blue Fame, ottenendo un immediato e comprensibile successo, per la capacità speciale di unire e di trasmettere sensazioni come solitudine, amore, amarezza e felicità con un gesto, un suono, un'espressione facciale, una sospensione. Come la sublime scena dell'attaccapanni, appunto, che va richiamata come magico simbolo di tutto questo.

Ed il finale, è l'opposto di un finale, oltrepassando il concetto del senza sipario, del dentro e fuori uniti nello spettacolo: Asisyai rimane seduto, fermo, immobile, proprio durante il momento di massima euforia del pubblico che si esalta con gli ultimi giochi che coinvolgono l'intera sala fino alle file più alte, perchè con quella sua fissità è lui, a guardare noi. Perchè lo spettacolo, è ciò che ha creato, ed è lì, davanti ai suoi occhi.
Cinq étoiles, ça va sans dire.